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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Todo modo, Leonardo Sciascia

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Arrivo in biblioteca sempre più tardi di quanto vorrei, saluto velocemente i bibliotecari, quattro chiacchiere con gli equiLibristi attendendo che il gruppo si raduni: l’influenza che ha decimato la partecipazione all’incontro, lo scambio di doni natalizio, le ultime letture, qualche comunicazione di servizio. Nel momento in cui mostro il libro del mese, cala il silenzio. E da quel silenzio attento, concentrato, carico di tensione capisco che devo sedermi e prendere nota di tutte le considerazioni che il gruppo farà. Il libro ha colpito e quell’oretta in biblioteca arricchirà una lettura già intensa. Lo confesso: il despota che è in me aveva deciso arbitrariamente di leggere Todo modo di Sciascia . Puro desiderio di prendere tra le mani il libro di un autore italiano, contemporaneo, di cui si citano tante frasi ma forse s’è letto poco. Tra i vari titoli possibili, ho scelto Todo modo per futili ragioni: c’è una bella libreria indipendente a Firenze , divenuta luogo d’incontro con

Il libro divisivo: Padri e figli, Ivan Turgenev

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Chiusura d’anno col botto. Cosa puoi desiderare da un gruppo di lettura se non il confronto? E confronto fu. Proporre un russo come ultimo libro dell’anno, da idea brillante cominciava a sembrarmi un autogol. Gli equiLibristi, in prossimità dell’incontro in biblioteca, da gruppo silenzioso e asocial tendono a scatenarsi. Di solito è Fabiana a lanciare il primo messaggio su whatsapp, seguita da Marina; Lucia, che era stata bravissima fino a 10 minuti prima, parte con il bombardamento; si aggiunge Daniela da Vienna e a ruota gli altri. Intanto il coordinatore si fa un’idea di come si svilupperà l’incontro.  Questa volta, invece, silenzio totale. Un timido messaggio di Fabiana che diceva chiaramente di aver letto poco e niente, Marina che confermava, il bibliotecario che tranquillizzava tutti: «La biblioteca dispone di parecchi DVD». Il peggio è arrivato quando io ho letto il libro. Sarà russo, sarà stato scritto nel 1861, vabbè, non sarà il Dosto, però ahivoglia se non c’è materia