Incontrarsi
Checché se ne dica, le piattaforme digitali non potranno mai sostituire l’incontro fisico del gruppo di lettura. Sì, le piattaforme vanno benissimo per le riunioni di lavoro, sono state un valido supporto nel periodo del lock-down. Ma un gruppo di lettura nato in presenza, fondato sull’incontro e sul confronto, mal tollera echi ed improvvisi silenzi seguiti da una confusa sovrapposizione di voci.
Al
momento, qualche mese fa, l’incontro degli equiLibristi su Zoom mi sembrò quasi
equivalente all’incontro fisico. Quando, però, giovedì scorso ho rivisto parte
del gruppo, mi son detta che no, non c’è nulla da fare: siamo corpo, voce,
gestualità, presenza fisica. Nonostante le esitazioni (no, non posso
abbracciare nessuno), le regole (siamo all’aperto: se ci distanziamo possiamo
fare a meno delle mascherine, giusto?), i rumori (siamo in un parco pubblico:
non possiamo pretendere silenzio!), le incertezze (ma abbiamo notizie
sull’accesso in biblioteca? A settembre potremo tornare ad incontrarci lì? Non
è dato sapere.)… Nonostante tutto ciò, è stato subito “gruppo”.
È
cambiato il rapporto con il libro e la lettura nel periodo della pandemia? Le
sensazioni degli equiLibristi rispecchiano le tendenze che ci è capitato di
ascoltare nei vari programmi dedicati alla lettura. In molti, anche lettori
forti, hanno avuto difficoltà di concentrazione; Annamaria non è riuscita a
leggere nulla (eppure avevo tanto tempo a disposizione). Pina ha messo da parte
i romanzi più impegnativi; ma, neppure i gialli e la narrativa d’evasione le
hanno restituito il piacere della pagina. La mente era altrove.
E
poi, questa leggenda che “abbiamo avuto più tempo” non è mica tanto vera, né
universalmente valida! Parlatene con chi ha cercato d’incastrare figli/nipoti,
didattica a distanza e lavoro da casa (leggi Valentina, ma anche Pina), o con
chi ha scoperto che quella cosa che ci ostiniamo a chiamare smart working non
è poi tanto smart. Spesso significa solo essere sempre reperibili e
disponibili in orari improbabili.
C’è
chi ha scoperto gli audiolibri, la magia di farsi raccontare storie da voci che
le sanno raccontare. Lina ha camminato ore ed ore intorno a casa sua con un
romanzo nelle orecchie; ha risistemato tutto il giardino, forbici alla mano e
voci nella testa (le mani sono rimaste indenni. Dieci dita integre: audiolibro
e forbici convivono pacificamente).
C’è
chi non si è lasciato turbare da nulla: ha attivato la modalità aeroplano
(presente la funzione sul cellulare quando non vuoi essere disturbato?) e ha
letto un libro dopo l’altro, approfittando di ogni momento libero. Cercare alla
voce Donatella. O Candida. Ma anche Luigia ha letto parecchio.
C’è
chi, invece, ha preferito tornare ai classici, quelli leggeri, divertenti (Don
Chisciotte non rientra esattamente tra quelli leggeri, vista la mole del cartaceo;
ma l’espressione di Rita era delle più allegre e lievi).
C’è
chi, come Lorella, dopo un iniziale smarrimento, ha ritrovato il piacere della
lettura attraverso i racconti. La forma breve, condensata, ben scritta aiuta a
riprendere l’allenamento.
E
poi c’è chi ha conservato le sue abitudini, come Silvana, Antonella ed
Emanuela.
In
fondo, l’esperienza che abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo, è stata così
eccezionale da aver suscitato reazioni diverse in ognuno di noi. Come ben ha
fatto notare Annamaria, in questa circostanza avere più tempo (per chi ne ha
avuto) non ha innescato l’automatismo “lo utilizzo leggendo”. Perché nessuno di
noi aveva liberamente scelto di barricarsi in casa e prendere un periodo
sabbatico.
Ciò
che più mi ha sorpreso è stato, in proporzione, il numero di soddisfacenti
letture fatte dal gruppo. Avremmo dovuto citare un promosso e un bocciato. È
vero che mai come quest’anno di bocciati neppure a parlarne ma, a quanto pare,
gli incontri felici tra libri e lettori sono stati di gran lunga superiori ai
libri dimenticabili o gettati dalla finestra.
Tra
i bocciati, due Dostoevskij (Santi Numi! Non ditelo in giro): Memorie dal
sottosuolo (tradotto anche col titolo di Ricordi dal sottosuolo) e Le
notti bianche.
Deludente,
per almeno tre lettrici, l’ultima fatica di Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti (edizioni e/o). Se da estimatori della Ferrante, le
vicissitudini di quel braccialetto (chi ha letto il libro sa di cosa sto
parlando) vi hanno infastidito, potrete riconciliarvi con l’autrice leggendo L’invenzione occasionale. Parola di Silvana.
Sempre
per restare a casa nostra, se amate la bella scrittura, elegante e poetica,
potrebbe piacervi Magnifica di Maria Rosaria Valentini (edito da
Sellerio). Poi, però, potreste restare delusi dall’altra opera della Valentini,
Il tempo di Andrea, romanzo psicologico che, a quanto pare, non è venuto
altrettanto bene.
Se
preferite uscire dai confini nazionali, Candida, con occhi innamorati,
consiglia Un cielo pieno di lucciole (edito da Mondadori) dell’inglese
Christie Watson. La storia è ambientata in Nigeria (il marito dell’autrice è
nigeriano) e tesse le vicende legate allo sfruttamento delle compagnie
petrolifere con le vicissitudini di una famiglia locale.
Altrettanto
coinvolgente, soprattutto se siete interessati alle relazioni tra Algeria e
Francia, sembra essere L’arte di perdere della francese Alice Zeniter
(edito da Einaudi), romanzo postcoloniale che intreccia la storia collettiva
con le vicende individuali dell’autrice. Molto consigliato da Silvana.
Per
chi preferisce l’America Latina e non vuole rischiare delusioni, basta cercare
tra le opere di Isabel Allende (e Luigia ha letto La figlia della fortuna)
oppure tra le opere di Luis Sepúlveda (e Lorella ha ricordato Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare). Un minuto di commosso
silenzio.
Se,
invece, è la storia italiana ad affascinarvi e se siete psicologicamente pronti
ad affrontare la prosa fluviale di Elsa Morante, resterete incantati da La Storia. Ma si potrebbe rispolverare anche il meno famoso L’Agnese va a morire di Renata Viganò, romanzo ingiustamente dimenticato, come fa notare
Emanuela, che ha vissuto una quarantena partigiana.
Sempre
in tema di romanzi storici, la coppia Valentina – Donatella suggerisce Sasenka
di Simon Sebag Montefiore: in appena 641 pagine vivrete un secolo di storia
russa, dal 1916 ai giorni nostri. Ma si legge in un soffio, giurano le
rivoluzionarie.
Donatella
non si limita alla letturina di coppia e neppure alla segnalazione di un solo
romanzo. No, lei cita una serie, se così si può dire. Estimatori di Maurizio de Giovanni sappiate che il commissario Ricciardi ha colpito ancora. In
religioso ordine cronologico (di pubblicazione), Donatella ha divorato questa
quindicina di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi. Tutta una
poesia, sostiene lei. L’elemento giallo è ininfluente. Non lasciatevi
scoraggiare dai primi due romanzi, prove tecniche generali, esercizi di
scrittura. La poesia arriva intorno al terzo volume. La ragazza non ammette
repliche. E noi abbiamo taciuto.
Tra
le autrici italiane, sono piaciute Le assaggiatrici di Rossella
Postorino (vincitrice del Campiello 2018) e L’architettrice di Melania
Mazzucco. Due narratrici bravissime che mescolano sapientemente la storia con
la finzione.
Se
invece preferite un saggio divulgativo, Lorella suggerisce le 21 lezioni per il XXI secolo di Yuval Noah Harari, storico israeliano, autore
dell’altrettanto fortunato Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità.
Se
ancora non avete avuto modo di recuperare l’ultimo libro letto dal gruppo, siete
sempre in tempo per immergervi in Brothers seguito da Arricchirsi è glorioso
di Yu Hua. Antonella conferma che l’approccio con la narrativa cinese è stato
sorprendentemente piacevole.
Per
finire, se il momento non è dei migliori, si può provare con la cura della
Lina: togliere le ragnatele ai libri parcheggiati in libreria e tirar fuori un
volumetto dal titolo Elogio dell’egoismo di Armando Torno; oppure
rileggere Storia di Neve di Mauro Corona. Male che vada, potete sempre
mettere le cuffie e, ascoltando Amatissima di Tony Morrison, sforbiciare
la siepe.
C'è quasi il rischio di venir assaliti da una sindrome di Stendahl nel leggere tutti questi titoli.
RispondiEliminaMi allontano dal post senza prendere appunti, diversamente potrei sbancare una libreria. ;-)
Effettivamente, considerando la varietà di letture e generi, almeno un titolo che potrebbe incuriosire lo si trova di sicuro.
EliminaAd ogni modo, a parte qualche rara eccezione, possiamo dire che tra le conseguenze della pandemia non c’è stato il blocco del lettore!