Nadia Terranova, le case di Messina e una poltrona viola.
La
felicità non esiste ma esistono momenti felici: avevamo fatto presto al negozio
di scatole, non erano ancora le nove e mezza della mattina, e prima di rientrare,
sedute nel déhor della nostra pasticceria
preferita, ne rubammo ancora uno.
(Nadia Terranova, Addio fantasmi, Einaudi)
La
felicità non esiste ma ci sono momenti felici in cui ci si emoziona ascoltando Nadia Terranova che, nonostante il
riscaldamento rotto e i piedi ghiacciati, prende per mano il gruppo di lettura
della biblioteca di Ciampino e ci fa varcare lo Stretto, per poi guidarci tra
le vie di Messina. È un luogo magico
e sconosciuto, con il terremoto del 1908 ancora impresso nella memoria degli
abitanti; grovigli di edifici accatastati l’uno sull’altro per esorcizzare lo
spavento di una città spazzata via in un attimo; la luce che da bianca diventa
blu e che alle volte è così intensa da far male al cuore; meglio scansarla per
non farsi ferire. I Miti del mare che attraversano le strade, insinuandosi nelle
giornate dei messinesi: le pinne di Cola, Scilla e Cariddi che stanno per
trasformarsi in mostri, le lusinghe di Morgana. Il lungomare e i dolci di mandorla,
il gelato a mattonella, la granita di gelsi e pistacchio.
Nadia
Terranova ascolta con attenzione le domande dei suoi lettori e non ha remore
nel raccontare episodi della sua adolescenza, nello svelare tratti biografici contenuti
in Addio fantasmi e Gli anni al contrario, “perché ogni
scrittore mette pezzi di sé in ciò che scrive, non potrebbe essere diversamente”.
Ci
sono momenti, come quello di ieri sera, in cui non posso che guardare con
orgoglio il “mio” gruppo di lettura: paginate di appunti, note, parallelismi
tra Addio fantasmi e altri romanzi italiani di
recente pubblicazione, curiosità sulle scelte linguistiche, molteplici
osservazioni sull’ossessione dell’acqua
e la forza dei ricordi. Ma serve
accumulare pupazzi, diari, vestiti, pettinini in legno per ricordare? E perché incaponirsi
nel voler confinare i ricordi nei ricordi, senza che vengano a disturbare il
presente? I ricordi, in fondo, non aiutano a vivere meglio, anche quando sono
stati dolorosi? Non c’è un momento in cui il dolore passa? Per usare le parole
della madre di Ida (madre il cui nome non viene mai menzionato in tutto il
romanzo), È tanto difficile per te avere
ricordi normali?
Ma
poi, chi è questa madre che per anni
ha condiviso una casa umida con Ida,
senza nominare mai un padre innominabile? Come e quando si fanno i conti con le
scomparse che riempiono le nostre
esistenze?
Ci
sono momenti in cui Nadia Terranova cita a raffica frasi di Vittorini, Pavese,
Sciascia, Annie Ernaux, e poi menziona Natalia Ginzburg, Gesualdo Bufalino e l'Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, ma
anche qualche libro per ragazzi, come Il
fantastico viaggio di Stella di Michelle Cuevas, facendoti venir voglia di saccheggiare
la biblioteca per recuperare tutto ciò che colpevolmente non hai ancora letto. E
sebbene siano trascorse già due ore dall’inizio dell’incontro, c’è ancora chi vuole
sapere della poltrona viola su cui
Nadia Terranova scrive pezzi di romanzo, articoli, forse perfino finte storie
vere per la radio.
E
le sue librerie preferite? Quelle di Messina, della Puglia, dei piccoli centri sparsi
per l’Italia, la libreria Verso di
Milano; qualcosa di più romano, a partire dai luoghi del cuore al Pigneto, la
libreria/bistrot Tuba, i Trapezisti che l’hanno stregata a Monteverde,
il Punto Einaudi di Via Merulana. Ma
anche l’amore incondizionato per le biblioteche, a cominciare dalla
Marucelliana a Firenze.
La
felicità non esiste ma fintantoché un gruppo di persone, incurante del freddo di
gennaio, s’incontrerà in una biblioteca, emozionandosi per un libro appena letto
e fantasticando sulle letture future, continuerà ad esserci una speranza per questo
nostro Paese.
Con un gruppo così, credo che si possa omettere anche la fatidica frase "Ci sono domande?" a chiusura della presentazione. Molto stimolante per uno scrittore!
RispondiEliminaPoi, mi punge vaghezza di scoprire se qui si è citata una meta di un prossimo "vagabondare" di novelle ragazze, come Dante e Virgilio 😉