Tutti i nostri Dracula


Quante cose riveliamo di noi mentre pensiamo di raccontare solo la nostra esperienza di lettura? Siamo lì, seduti in circolo (e già dovremmo avere il sospetto che non è un gruppo di lettura, ma una terapia di gruppo) ed esponiamo l’opinione sul libro appena letto senza badare ai tasselli della nostra personalità, agli sprazzi di vita che, incontro dopo incontro, libro dopo libro, possono essere assemblati come un puzzle, facendo emergere i tanti volti della lettura.
Nella bella prefazione di Luigi Lunari, traduttore di Dracula per l’edizione Feltrinelli, leggo:
“Un fatto indiscutibile è il suo successo [di Dracula, ndr], la sua diffusione in innumeri lingue, il fascino che ha esercitato ed esercita […] l’enorme massa di studi che lo hanno preso in esame sotto il profilo dei suoi rapporti con la scienza, con la magia, l’arte gotica, con il romanticismo, con la forma del romanzo epistolare, con la condizione femminile, e perfino - ma con una prudenza che si fa quasi sospetta - con la letteratura, che pure dovrebbe essere il suo campo di maggior pertinenza.
Ma tutto questo non riguarda il romanzo “in sé e per sé”, bensì i suoi rapporti con l’altro da sé, cioè a dire con il mondo e con la realtà che lo circonda. […] Il critico letterario come può pretendere di cogliere un’opera nella sua oggettività, lui che inevitabilmente ne filtra l’immagine attraverso la lente della sua cultura, della sua personalità, della sua ideologia, dei suoi gusti, quando non dei suoi più momentanei ghiribizzi?”.
Non esiste una lettura oggettiva di un romanzo e, giocando con i tanti Dracula emersi dall’incontro di febbraio, ho tracciato il profilo per ciascun equiLibrista, profilo soggetto a immediata smentita.
- Silvana: la lettrice cerebrale. Il mito della buona borghesia inglese contro il resto del mondo (forse, oltre all'Inghilterra, si salverà quel gran Paese che sembra essere l’America – in senso lato), l’assenza di una critica sociale, l’incapacità di scrivere un’opera che possa considerarsi universale, superando spazio e tempo: Dracula è una maschera, una favola che non racchiude alcun messaggio. Non ci sono eroi, né personaggi indimenticabili. Silvana, cerebrale e spietata.
- Annamaria: la lettrice emotiva, quella che si lascia trascinare dalla storia (in sintesi, l’opposto di Silvana). «Dracula è un romanzo che fa viaggiare, esplora il Bene e il Male; dimostra come la tenacia, l’unione, l’ingegno di pochi valorosi individui possa sconfiggere il Male»
Come leggere un romanzo gotico con gli occhi del fanciullino del Pascoli a qualsiasi età.
- Candida: la lettrice disincantata, colei che si lascia trasportare dal piacere della lettura senza perdere di vista la realtà (leggi, il punto medio del segmento Annamaria – Silvana). 
«Ma dico, hai una figlia sonnambula e lasci aperte porte e finestre come nulla fosse? Mi sono divertita di fronte alle tante ingenuità del romanzo; ciononostante mi è piaciuto. Ho divorato qui fuori le ultime pagine poco prima dell’inizio dell’incontro».
- Gianluca: il lettore stravagante (nell’accezione di “persona che vaga o divaga facilmente col pensiero e con la fantasia”. Treccani on line).
«Il naufragio del Demeter sulla scogliera di Tate Hill è tra le pagine più belle del libro. Questo marinaio che, da solo, si lega i polsi al timone, utilizzando una collana con il crocifisso e stringendo il nodo con i denti è l’emblema del Capitano pronto a morire pur di non abbandonare la  nave e di non soccombere a Dracula». Lo guardi mentre sta parlando e capisci che Gianluca è ancora su quella nave, lontano da noialtri che filosofeggiamo sulla visione di Bram Stoker sulle donne, la scienza e la superstizione.
- Lina: la lettrice alla ricerca del valore morale del romanzo. «Posso sintetizzare Dracula con un motto: l’unione fa la forza. Il romanzo ci dimostra che una persona da sola, animata dalle migliori intenzioni, non può combattere cose più grandi da lei. È il gruppo coeso che riesce a sconfiggere il Male».
- Amanda, la lettrice che tenta di diffondere il verbo. La prof. Amanda cerca disperatamente nuove strategie per istigare alla lettura le sue classi di tredicenni ribelli. 
Twilight batte Dracula 1- 0: un bagno di sangue, per dirla con le parole del Conte.
- Rita (Bertelli): la lettrice tenace. Come leggere Dracula per la quarta volta solo per non lasciarsi andare a riflessioni generiche sul libro, frutto di ricordi passati. Nonostante le precedenti letture, neanche Rita ha colto il presunto messaggio omosessuale che si celerebbe dietro al romanzo (riferimento di natura autobiografica, forse), così come evidenziano alcuni critici maliziosi. 
Il Dracula di Bela Lugosi - foto di repertorio (fonte: Google)

Prendiamoci una pausa per una domanda: un elemento che ho trovato narrativamente affascinante nel romanzo è che Dracula, di persona (se così si può dire), compare pochissimo. Il romanzo esiste perché esiste Dracula, ma Dracula non c’è quasi mai. E allora, è Dracula il vero protagonista del romanzo?
- L’altra Rita: la lettrice sofisticata. «Nell’edizione che ho letto, c’era la prefazione di Baricco e m’è venuta voglia di ascoltare il Don Giovani di Mozart».
Per chi non avesse letto il saggio di Baricco, che a sua volta s’interrogava sulla presenza di Dracula nel romanzo, riporto un breve stralcio:
“non è piuttosto tutto un equivoco, e Dracula è un romanzo normale in cui un carattere secondario - il conte - ha preso la mano all'autore e a tutti i lettori, per sette generazioni? […] Stavo ascoltando il Don Giovanni di Mozart. E me lo ricordo: la domanda era la stessa. Don Giovanni è un altro che non esiste. Eppure senza di lui nessuno esisterebbe nella storia che prende il suo nome. Gli altri sono personaggi: lui è poco più che una forza. Tutti parlano ossessivamente di lui, tutti vivono come se vivere significasse esclusivamente vivere con o senza o contro di lui. Lui, in compenso, quasi non esiste […] Su di sé dice pochissimo, sentimenti veri non sembra averne. Giunto al finale, dove in teoria non c' è più spazio per le menzogne, se la cava dialogando con un morto, in piena evaporazione nel sovrannaturale. In un certo senso vale per noi quello che lui dice a Donn’Anna quando lei cerca di smascherarlo: «Donna folle indarno gridi/ chi io sia giammai saprai».

- Dino: il lettore – haiku. «Dracula è un romanzo sulla seduzione».
Poetico, essenziale, conciso. Tutto il resto è lasciato alla nostra immaginazione.
Alessandro: il lettore lungimirante e pure un po' filosofo. 
«Dracula è un romanzo sul doppio. Leggendolo ho trovato numerose analogie con E. A. Poe (ammetto che non ci avevo pensato) e con Il ritratto di Dorian Gray». (Ammetto che mai ci sarei arrivata. Certo è che Oscar Wilde e Bram Stoker furono accomunati dall’interesse verso la stessa donna: Florence Balcombe, moglie di Stoker, corteggiata anche da Oscar Wilde, con cui intrattenne una lunga corrispondenza epistolare. Voci di corridoio sostengono che la vera relazione sentimentale si ebbe, invece, tra Bram Stoker e  Oscar Wilde, legati da un vincolo che andava ben oltre l’amicizia. E tornerebbe il tema omosessuale.  Ma gli equiLibristi non perdono tempo in pettegolezzi).
- Beatrice: la femminista convinta. «Il protagonista del romanzo non è Dracula bensì Mina, tutto ruota intorno a lei e alle sue capacità».
- Pina: la corteggiatrice. Gli occhi di Van Helsing, il suo acume, quello sguardo, quella capacità di mescolare la scienza con la tradizione…
- Valeria: la lettrice silenziosa. No, per il profilo di Valeria toccherà attendere qualche altro incontro: ascolta tutti con grande attenzione, ma si espone poco.
- Il bibliotecario: il lettore gotico. L’orgoglio d’aver scalfito l’anima illuminista del gruppo con l’ultimo grande romanzo gotico (sebbene Silvana continui a scuotere il capo).
E voialtri, equiLibristi assenti, che lettori siete?  

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